LA CARESTIA BIOLOGICA
E' ormai scientificamente accertato: la carestia biologica è elisir di lunga vita, per gli animali e per l'uomo.
Sottoposti a tale regime, i topi di laboratorio viono 3.5 anni rispetto ai loro 2.5 anni di vita media (circa il 50% in più) mentre il macaco riduce di oltre 3.6 volte il rischio di morte.
Non è facile compiere analoghi studi sull'uomo (che andrebbe seguito sperimentalmente per tutta la vita) ma è ampiamente riconosciuto dalla scienza che un uomo potrebbe vivere in media 115 anni,
Presso la Washington University di St. Louise, uno dei poli mondiali più importanti per quanto riguarda gli studi sull'invecchiamento, alcuni ultra-ottantenni, seguiti per decenni, oggi non prendono alcun farmaco e dimostrano una età biologica di gran lunga inferiore a quella anagrafica.
Nei 10000 anni di evoluzione che ci separano dalla fine del paleolitico, i nostri geni sono rimasti praticamente immutati con le loro capacità straordinariamente abili nel gestire periodi di carestia, e all'opposto, straordinariamente incapaci nel gestire quelli di abbondanza.
Nel primo caso il corpo umano ottimizza tutte le proprie attività biologiche; nel secondo immagazzina energia per sopperire al successivo periodo di carestia.
Purtroppo, nella società moderna, siamo costantemente in periodi di abbondanza con risultati negativi evidenti: non bisogna quindi sorprenderci se un regime a restrizione calorica, inducendo uno stato di carestia biologioca, produce risultati così importanti sul nostro stato di benessere, salute e longevità.
Passando dalla "causa" restrizione calorica al suo "effetto" di carestia biologica, lo stesso risultato si può ottenere sostituendo la restrizione calorica con un pari esercizio fisico quotidiano, che simula una dieta ipocalorica garantendo longevità, salute e un innalzamento significativo dell'effeicenza motoria e cognitiva.
In definitiva ci si ammala di meno, si vive di più e più in forma, fisicamente e mentalmente